Da qualche tempo, alcune delle più gravi patologie degenerative sono state associate ad uno stato di infiammazione cronica di grado moderato. L’infiammazione è ormai considerata stabilmente uno degli aspetti essenziali di tali patologie.
L’effetto antinfiammatorio di diete a base vegetale non è dato solo dal potere delle piante, ma dall’ evitare alimenti di origine animale. Sappiamo da 15 anni che un singolo pasto ad alto contenuto di grassi animali può causare un innalzamento della infiammazione all’interno del nostro corpo. Come lo sappiamo? Collegando le persone a un dispositivo in grado di misurare la dilatazione naturale delle arterie e il flusso di sangue attraverso gli ultrasuoni.
A poche ore dall’ ingestione di grassi animali, le nostre arterie diventano “paralizzate”, abbiamo dimezzato la loro capacità di dilatarsi normalmente. E proprio quando quest’effetto inizia a calmarsi, 5 o 6 ore più tardi, possiamo colpirle con un altro carico di carne, uova, prodotti lattiero-caseari in modo tale che, per la maggior parte della nostra giornata, è presente questa infiammazione di basso grado, cronica, che può aprire il varco a malattie infiammatorie come le malattie cardiache, diabete e alcuni tipi di cancro.
Che cosa esattamente sta causando l’infiammazione, però ? Ebbene, l’infiammazione È UNA RISPOSTA IMMUNITARIA A UNA MINACCIA PERCEPITA. In un primo momento, come nel caso dell’ artrite, si è pensato che fossero le proteine animali a scatenare l’infiammazione, proteine che il corpo potrebbe vedere come come un invasore.
Ma è possibile ottenere la stessa “botta” di infiammazione mangiando solo panna montata, dove non c’è un una grande quantità di proteine. Quindi l’ attenzione fu rivolta al grasso, ai grassi animali saturi: lardo, grasso di pollo, etc. Ma ciò ancora non risponde alla domanda : che cosa è che il corpo vede come una minaccia ed attacca? Analizzando il sangue dei volontari, prima e dopo il pasto, si è trovato qualcosa di straordinario. Dopo un pasto di prodotti di origine animale, le persone soffrono di ENDOTOSSIEMIA : il loro sangue diventa pieno di tossine batteriche, note come endotossine.
Ci siamo evoluti per essere estremamente sensibili all’invasione batterica e questa inondazione di endotossinestimola immediatamente il nostro sistema immunitario,
I ricercatori sapevano che le endotossine vengono dai batteri. I batteri sono nel nostro intestino.
Così i grassi saturi forse provocano nel nostro rivestimento intestinale permeabilità e permettono ai nostri stessi batteri di scivolare nel nostro flusso sanguigno e causare l’infiammazione? Questo è ciò che hanno trovato NEI TOPI. Nei topi i grassi saturi aumentano la permeabilità della mucosa intestinale e contribuiscono alla rottura della barriera intestinale. Ma è vero NELLE PERSONE?
La fonte di questa endotossina circolante è la microflora intestinale residente ?
Cosa c’è di sbagliato in questo quadro? L’aumento di infiammazione inizia entro poche ore dall’ingestione. Ma dove sono i nostri batteri? NON NEL NOSTRO PICCOLO INTESTINO, MA 20 PIEDI PIÙ IN BASSO NEL NOSTRO INTESTINO CRASSO. POTREBBERO VOLERCI ANCHE 8 ORE PERCHE’ UN “MCMUFFIN” POSSA ARRIVARE LAGGIÙ. Allora, cosa sta succedendo? Dove altro potrebbero stare le endotossine batteriche se non provengono dai batteri nel nostro intestino? Forse le endotossine provengono dal cibo stesso?
Per la prima volta in assoluto, uno studio ha avuto lo scopo di determinare se i prodotti alimentari possono contenere quantità apprezzabili di endotossine, ed è stata misurata la capacità di ciascuno di indurre la secrezione di segnali infiammatori dalle cellule bianche del sangue umano.
I ricercatori hanno trovato dosi enormi di endotossine in alcuni prodotti di maiale, pollame, prodotti lattiero-caseari, e cioccolato. Perchè il cioccolato? Beh, il primo passo per rendere il cioccolato è la fermentazione batterica delle fave, ma per fortuna i fitonutrienti superano l’effetto dei batteri e diminuiscono l’infiammazione generale.
Questi risultati ,che mostrano la presenza di composti infiammatori negli alimenti di origine animale e alimenti fermentati, suggeriscono quindi che i prodotti alimentari, apparentemente incontaminati, possono comunque contenere ad un certo punto della loro preparazione o dell’elaborazione, una carica microbica sufficiente a liberare stimolanti dei recettori di endotossine. (in parole povere possono provocare la reazione immunitaria, che chiamiamo infiammazione).
Questa prospettiva è supportata da molti studi precedenti, che dimostrano che alcuni prodotti alimentari comunemente consumati, possono contenere una carica batterica elevata prima della cottura, come gli hamburger freschi, che , è stato calcolato , contengono circa un centinaio di milioni di batteri per 125 grammi.
In particolare, tuttavia, lo scopo del presente studio non era di esaminare la qualità microbica di ogni prodotto alimentare, infatti L’ ATTIVITÀ BIOLOGICA DEL “PATHOGEN ASSOCIATED MOLECULAR PATTERN” VIENE MANTENUTA INDIPENDENTEMENTE DALLA VITALITÀ BATTERICA O DAL FATTO CHE L’ALIMENTO SIA CUCINATO. I BATTERI POSSONO ESSERE MORTI O COTTI, MA LE LORO ENDOTOSSINE SONO ANCORA LÌ. SI PUÒ BOLLIRE LA CARNE PER DUE ORE DI FILA, IMMERGERLA IN UN BAGNO ACIDO… (COME IL NOSTRO STOMACO) ED ESPORLO AGLI ENZIMI DIGESTIVI. SONO STATE TROVATE ENDOTOSSINE BATTERICHE CAPACI DI SOPRAVVIVERE A TUTTO QUESTO.
Il grasso animale può svolgere un ruolo profondo nella patogenesi di questa infiammazione del dopo-pasto, aumentando l’assorbimento di endotossine, dal momento che l’endotossina ha una forte affinità per il sistema di trasporto di grassi saturi attraverso la parete intestinale e nel sangue.(In termini più semplici le endotossine sono trasportate dai grassi). Ma il motivo principale per cui tutti gli studi mostrano che l’ infiammazione è aumentata da alimenti di origine animale, ma non la maggior parte dei vegetali, sembra essere il carico di batteri morti.
N.B. La questione non cambia neanche se si ritiene che le tossine siano dovute ad elementi chimici, perchè è comunque nei grassi animali che esse vengono “incistate” per non arrecare danno.
Questo rappresenta il primo passo verso le recenti acquisizioni sui rapporti (che i medici del passato, ed alcuni naturopati ed omeopati sostenevano da tempo immemore), tra microbiota ed in generale microbioma, la loro sede, le “lotte intestine” (in tutti i sensi), e le patologie degenerative.
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