I diverticoli sono come tasche nel nostro intestino, dalla forma simile ad un palloncino, che tendono a formarsi nei punti deboli nella parete intestinale. Quando si formano queste tasche si parla di DIVERTICOLOSI

Queste tasche possono infiammarsi, ed in tal caso si parla di DIVERTICOLITE, e infettarsi, e, nella peggiore delle ipotesi, versare materia fecale nell’addome o nella vescica. I sintomi possono variare da nessun sintomo, generalmente  crampi e gonfiore, fino ad un invalidante dolore che è una vera e propria emergenza medica.

La malattia diverticolare è il disturbo intestinale più comune, che colpisce fino al 70% delle persone dai 60 anni. Se è così comune, forse è solo una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento?
No, si tratta di una nuova malattia. Nel 1907, 25 casi erano stati segnalati nella letteratura medica. Non nel 25% delle persone, ma 25 casi in tutto. Cento anni fa, nel 1916, non ce n’era nemmeno menzione nei testi di medicina e chirurgia.

Fino al 1971, restava un mistero come avesse fatto una malattia che era quasi sconosciuta a diventare l’afflizione del colon più comune nel mondo occidentale. I chirurghi Painter e Burkitt suggerirono che la diverticolosi fosse una malattia da carenza, una malattia causata da un deficit di fibra. Alla fine del 1800 furono, infatti, introdotte nuove tecniche di rimozione della fibra dal grano, e abbiamo iniziato a fare il pieno alimenti carenti di fibra. Alcuni decenni dopo, la diverticolosi era già dilagante.

Più esattamente , i chirurghi ipotizzarono che quando seguiamo diete carenti di fibre,(il che, in fondo, spesso corrisponde anche a diete carenti sotto il profilo dell’idratazione), le nostre feci possono diventare piccole e dure e così il nostro intestino deve sforzarsi per spostarle per tutta la sua lunghezza, e questo genera un accumulo di pressione. E, dunque, quei rigonfiamenti, non sono altro che il prodotto finale di questo sfiancamento delle pareti, dovuto alla pressione eccessiva.

Se questa teoria è vera, allora le popolazioni che seguono  diete ricche di fibre dovrebbero avere bassi tassi di diverticolosi. E questo è ciò che è stato trovato negli studi. Più del 50% degli afroamericani, ai loro 50 anni, hanno diverticolosi, rispetto a meno dell’1% degli africani d’Africa, che mangiano diete tradizionali a base vegetale. E, più esattamente,  per meno dell’1%, s’ intende di zero in una serie di 2000 autopsie, e due su 4.000, in Uganda. Che  equivale ad una incidenza mille volte inferiore (Su quattromila afroamericani il 50% vuol dire 2000 diagnosi, a fronte delle 2 in Uganda).

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