Come anticipato nel post sull’angiogenesi, occorre soffermarsi su questo ormone per comprenderne meglio il ruolo nella malattia oncologica. In esso può risiedere la CAUSA del cancro? Certamente no.
Il fattore di crescita insulino-simile (IGF-1 insuline-like growth factor) è un ormone della crescita assolutamente naturale ed anzi determinante nella crescita durante l’infanzia, periodo in cui si ha la massima produzione, ma il suo ruolo è importante per tutta la vita. Ha un ruolo di benessere nell’anziano, perché a livello cerebrale l’IGF-1 stimola l’eliminazione della proteina beta-amiloide, quella che si accumula nell’Alzheimer.
E’ il suo squilibrio a fare danni e in età adulta può promuovere la crescita cellulare anormale, la proliferazione, la diffusione (metastasi) e l’invasione del cancro. Si tratta di un tema estremamente complesso, ma anche una esposizione a grandissime linee come quella che mi accingo a fare, può far comprendere la sua importanza.
Ogni giorno, miliardi delle nostre cellule muoiono. E ogni giorno, miliardi di nuove cellule nascono. C’è un equilibrio “demografico” pressoché perfetto. Se mancasse, il nostro corpo si atrofizzerebbe o al contrario sarebbe invaso da troppe cellule. Talora abbiamo “bisogno” di crescere, come da bambini, o negli “scatti” di crescita durante la pubertà. Le nostre cellule non diventano più grandi quando si cresce, diventano più numerose.
In che modo le nostre cellule sanno quando favorire una maggiore divisione cellulare ed un tasso rallentato di morte cellulare ( in una parola LA CRESCITA) e quando, invece, tornare in equilibrio? Uno dei segnali chiave è l’’ IGF-1.
I suoi livelli salgono quando siamo bambini e poi tornano a calare. Quando i livelli rimangono TROPPO ALTI in un adulto è come se vi fosse un messaggio costante per le cellule: CRESCERE, CRESCERE, CRESCERE, DIVIDERSI, NON MORIRE, ANDARE AVANTI, CONTINUARE A CRESCERE.
E così più IGF-1 si ha nel sangue (quindi parliamo di ORMONE CIRCOLANTE), più alto sarà il rischio di cancro. Generalmente non è il tumore originario che tende ad uccidere, ma le metastasi. L’ IGF-1 è un fattore di crescita, cioè aiuta a crescere (cioè gli è indifferente cosa aiuta a crescere), in tal modo aiuta anche le cellule tumorali a staccarsi dal tumore principale, migrare nei tessuti circostanti, invadere il flusso sanguigno.
Cosa aiuta il cancro al seno ad invadere le ossa?
IGF-1 … E il fegato? IGF1. Polmone, cervello, linfonodi? IGF-1.
Riassumendo L’ IGF-1 aiuta a
1) trasformare cellule normali in cellule cancerose
2) le aiuta a sopravvivere
3) proliferare, cioè a moltiplicarsi
4) auto-rinnovarsi
5) crescere
6) migrare in altre zone dell’organismo
7) invadere tessuti sani
8) stabilizzarsi in nuovi tumori
9) Le aiuta anche a collegare l’afflusso di sangue al nuovo tumore.
Nella figura 1 potete osservare su quanti “percorsi” esso influisce, nelle fonti trovate tutti i grafici.
IL VILLAGGIO COL SEGRETO DELL’IMMORTALITA’
Sul finire del 2012, il New York Times pubblicò un articolo dedicato ad un villaggio ecuadoregno che conservava il “segreto della longevità”. In realtà l’articolo si riferiva alla sindrome di Laron, un tipo di nanismo dovuto ad un difetto genetico raro, la deficienza di IGF-1. Rispetto ai soggetti affetti dalla sindrome, nei familiari non colpiti da quella condizione i tassi di cancro erano normali. Circa il 20% dei loro parenti era morto di cancro.. E la percentuale di morti di cancro tra i soggetti con il deficit IGF-1? Zero. Non una sola persona. Questa fu dunque considerata una prova importante del ruolo dell’ormone nella patologia tumorale.
LA SOLUZIONE DELL’ENIGMA PRITIKIN.
Gli Esperimenti Pritikin consistevano nel dare ai pazienti una dieta a base di vegetali ed esercizio fisico. In soli 12 giorni era (ed è) possibile trasformare il loro sangue in una “macchina da combattimento” contro la cellula tumorale. Nella Foto 2, nel primo cerchio si vede uno strato di cellule di cancro al seno su una capsula di Petri : il sangue dalle donne che mangiano secondo la dieta americana standard veniva fatto gocciolare sulla capsula, e come potete vedere, anche le persone che si nutrono in maniera sbagliata, eccessiva e poco vitale conservano una certa capacità di abbattere il cancro, sia pur limitata, in quanto il sistema immunitario cerca di reagire. Eppure bastano solo 12 giorni di mangiar sano…..secondo cerchio: il sangue è stato prelevato da quelle stesse donne e fatto gocciolare su un’ altra piastra di Petri. I loro corpi puliti!
Ma forse è più facile così. Mai sentito parlare di TUNEL ? La sigla sta per “TERMINALDEOXYNUCLEOTIDYL-TRANSFERASE-DUTP-NICK-END-LABELING “ Niente paura, è una tecnica di Imaging che misura la frammentazione del DNA, e quindi la morte cellulare. Le cellule morenti appaiono come macchie bianche. FIGURA 3 a sx prima, e a dx dopo il passaggio alla dieta ed esercizio fisico.
Dopo aver mangiato sano, i corpi delle pazienti sono stati in grado di riprogrammare le cellule tumorali costringendole al pensionamento anticipato. Ma come fa un semplice cambiamento dietetico a trasformare il sangue di un soggetto in un ambiente inospitale per il cancro, in pochissimi giorni? Questo era il vero enigma Pritikin e finalmente , nel 2011 la risposta…. “Qui abbiamo cercato di determinare i meccanismi alla base di questi effetti antitumorali.” E questo meccanismo sembrava essere proprio l’IGF-1. I livelli ematici di IGF-1 misurati dopo 11 giorni di dieta a base vegetale con esercizio fisico, diminuiscono sensibilmente. E, viceversa, i livelli di proteine leganti (in inglese binding protein, cioè le proteine che legano l’ormone e che funzionano da antagonista), aumentano notevolmente. Questo è un modo con cui il corpo cerca di proteggersi dal cancro, dall’eccessiva crescita rilasciando una proteina di legame nel nostro sangue per contenere l’ IGF-1. E ‘come il freno di emergenza del nostro corpo.
OVVIAMENTE non abbiamo ancora fermato il cancro, ma questo esperimento dimostra che sono sufficienti 11 giorni di una dieta sana per riprogrammare il nostro corpo in modo da rallentare la produzione di IGF-1. E così con questa combinazione, il 20% in meno di IGF-1, e il 50% in più di IGF binding protein, non sorprende che ci fosse un tanto elevato tasso di morte di cellule del cancro dopo pochi giorni. (FIGURA 4) La supplementazione successiva della stessa quantità di igf-1, diminuita con la dieta e l’esercizio, riporta le cose al punto di partenza (FIGURA 5)
Dunque, solo pochi giorni di attività fisica e cibi vegetali sani e l’IGF-1 scende.
Andando presso qualche spa Pritikin e fare vita sana per due settimane è una cosa, ma per quanto riguarda il lungo termine? L’ IGF-1 tornerà indietro fino ai livelli della dieta onnivora?
No. Dopo gli 11 giorni continua a migliorare. La persone che mangiano per 14 anni a base di piante hanno la metà dell’ IGF-1, e più di due volte la proteina legante IGF di quelli che seguono la dieta americana standard.
Sappiamo tutti , in realtà, che la riduzione del consumo di prodotti animali diminuisce i livelli di IGF-1. Ma quanto vegetale dev’essere la dieta per ottenere tale risultato? Bene, diamo un’occhiata a livelli IGF1 in onnivori, contro i vegetariani, e vegani.(FIGURA 6 )
Lo scopo di questo studio è stato quello di determinare se una dieta a base di vegetali è associata ad un livello più basso di IGF-1 rispetto ad una dieta basata sul consumo di carne, ed alla dieta latto-ovo-vegetariana, e questo è ciò che hanno trovato. SOLO I VEGANI avevano livelli significativamente più bassi. E lo stesso vale per la capacità di legare IGF in eccesso.
Questo era uno studio sulle donne …, e per gli uomini vegani? Hanno trovato la stessa cosa. Così, anche se gli uomini vegani tendono ad avere livelli significativamente più elevati di testosterone, (FIGURA 7 )
rispetto a vegetariani ed onnivori, il che viene generalmente considerato un fattore di rischio per il cancro alla prostata, le diete a base vegetale sembrano invertire la progressione del cancro alla prostata e ciò può essere dovuto a quanto scende verso il basso il loro IGF-1 .
IL DOTTOR DEAN ORNISH
Nel 2005 Dean Ornish pubblicò uno studio, ormai famoso, sul cancro alla prostata, che mostrava la riduzione della massa tumorale dopo 12 mesi di dieta vegetale integrale, (FIGURA 8)
a destra: andamento medio del PSA nei volontari, che mostra l’effettivo calo del valore in chi ha seguito la dieta vegana sperimentale.
Questo fondamentale studio mostra anche un’altra cosa importante: il sangue di chi è vegano da 1 anno inibisce la crescita del cancro alla prostata quasi 8 volte meglio del sangue di chi segue la dieta standard Americana (FIGURA 9)
In questo studio fu possibile far mantenere una dieta vegetale stretta per 1 anno a uomini anziani facendo loro arrivare i piatti pronti direttamente a casa. Nel mondo reale, invece, spesso c’è bisogno di scendere a compromessi, dato che più si è anziani e più è difficile cambiare le proprie abitudini alimentari, infatti “solo una minoranza dei sopravvissuti al cancro alla prostata seguono la dieta raccomandata dalla American Cancer Society, assumendo ALMENO 5 portate di frutta e verdura al giorno. Quindi si è introdotto il rapporto A/V (Animale/Vegetale) per valutare l’assunzione proteica, e si è cercato di abbassarlo nei volontari, facendoli passare da 2/1,valore medio nella S.A.D. (STANDARD AMERICAN DIET) a 1/1. Questa dieta vegana PARZIALE ha RALLENTATO il progresso dei loro cancri, che è già un buon risultato, ma nello studio di Ornish si è ottenuta l’inversione del progresso del cancro, che si è effettivamente ridotto. Perciò il rapporto ideale A/V è zero!
Ma se proprio dobbiamo scendere a compromessi, allora qual è la A peggiore, e la V migliore?
Uova e pollame sono le proteine animali (A) peggiori, dato che duplicano e quadruplicano rispettivamente il rischio di progresso del cancro alla prostata.
Le verdure crucifere sono invece le proteine vegetali (V) migliori, dato che basta una sola portata al giorno di broccoli, cavoli, verza, cavoletti di Bruxelles o cavolfiori per dimezzare il rischio di progresso del cancro alla prostata.
Lo stesso vale per il cancro al seno, dove l’assunzione di verdure crucifere al di sopra della media, insieme a maggior consumo di frutta e verdura, dimezza il rischio di ritorno del cancro. Sempre basandosi sugli stessi dati, che riguardano oltre 3000 sopravvissute al cancro al seno, un altro studio mostra che chi consuma “molta” frutta e verdura (5 porzioni al giorno o più) e fa “molta” attività fisica (camminare 30 minuti al giorno per 6 giorni a settimana o più) ha una maggiore aspettativa di vita, a prescindere dalla sensibilità agli ormoni del proprio tumore come potete apprezzare nella FIGURA 10
Alcuni dei ricercatori che collaborarono allo studio del Dr. Ornish sul cancro alla prostata visto prima, hanno recentemente voluto ripetere l’esperimento con il cancro al seno; infatti, se il cancro alla prostata è il primo tra le cause di morte per cancro negli uomini, quello al seno ha il medesimo ruolo per le donne. Questa volta non hanno voluto aspettare un intero anno per avere i risultati, e quindi hanno voluto vedere cosa una dieta vegetale può fare in sole 2 settimane!
Dopo 2 settimane di dieta vegana hanno quindi preso il sangue delle volontarie e lo hanno messo su cellule di cancro al seno umano in coltura, di 3 diversi tipi, (vedere FIGURA 11). Cioè: dopo sole 2 settimane di dieta vegetale + attività fisica (camminare per 30-60 minuti al giorno) il sangue delle 12 volontarie ha aumentato la propria capacità di lotta contro il tumore, sia rallentandone la crescita che uccidendo un maggior numero di cellule cancerose.
Ma come funziona la cura?
C’è rimasto un dubbio, finora: nella lotta contro il cancro, è più importante la dieta o l’attività fisica? Ecco la risposta: NELLA FIGURA 12
Control: gruppo di controllo, costituito da sedentari che seguono la Dieta Standard Americana; il potere di indurre apoptosi (morte cellulare) del loro sangue sui tumori è quasi inesistente.
Exercise: il potere di indurre morte cellulare sui tumori del sangue di chi SEGUE LA STESSA DIETA STANDARD AMERICANA, MA HA FATTO ESERCIZIO FISICO VIGOROSO PER 1 ORA AL GIORNO NEGLI ULTIMI 14 ANNI: la differenza col gruppo di controllo è già notevole! Ma per “esercizio vigoroso” si intende qualcosa di veramente intenso, come la CALISTENICA!
Diet/Exercise: il sangue del GRUPPO DEI VEGANI che hanno fatto esercizio moderato (CAMMINARE PER 30-60 MINUTI AL GIORNO) NEGLI ULTIMI 14 anni ha QUASI IL DOPPIO del potere mortale contro i tumori, rispetto al gruppo precedente.
FONTI
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